Gentile Sig. Ministro:
ci ricordiamo di Lei dai tempi dei primi Stati Generali della Mobilità quando disse:
“L’innovazione e la qualità, le modifiche ai comportamenti di vita, nascono dalle città, nascono dal basso. Siamo qui, come Anci, non tanto per un atteggiamento rivendicativo verso il governo, che pure è in grave ritardo su questi argomenti, ma per dire che ci assumiamo oggi un impegno con questi primi Stati generali: promuovere con tutte le nostre energie, con le forze a nostra disposizione, una diversa cultura nel Paese. Vale a dire far entrare l’Italia in Europa non solamente rispettando i parametri di Maastricht, come il rapporto deficit-Pil, ma anche e soprattutto con quei comportamenti che in Europa sono già realtà”.
Siamo convinti che ora non vorrà rimangiarsi il suo pensiero in tal senso, siamo altresì convinti che la sua affermazione “Opere? Non grandi o piccole, ma utili” possa sposarsi in pieno con il diritto alla vita dei cittadini, diritto che per molti è negato ogni giorno sulle strade del nostro Paese, solo per il fatto di aver scelto un modo più leggero, ecocompatibile, per spostarsi tra i vari luoghi.
Siamo convinti che non ci sia la necessità di dotare il Paese di nuove infrastrutture ma di ottimizzare quello che già esiste e metterlo in sicurezza per ridurre il numero di morti e feriti e per semplificare la vita delle persone.
L’Italia non può più permettersi di rimanere ancorata a modalità di trasporto novecentesche che richiedono la saturazione del territorio di lamiere e cemento in cambio della promessa di una crescita economica.L’Italia non può più permettersi di lasciare che a beneficiare delle politiche infrastrutturali siano prima di tutto le mafie e gli amici degli amici, così come evidenziato dalle numerose indagini a carico delle costose opere pubbliche, a discapito dei cittadini, che vedono il moltiplicarsi dei costi senza alcun beneficio di ritorno. L’Italia non può più permettersi di rimanere ancorata a forme di mobilità che richiedono necessariamente la dipendenza energetica da fonti di approvvigionamento (esauribili) di cui il nostro paese non ha e non avrà mai il controllo. L’Italia non può più permettersi di avvelenare i propri figli con i gas di scarico di una mobilità antistorica e neppure di trattarli come prigionieri, tenendoli segregati ben lontani dai pericoli del traffico motorizzato. L’Italia deve rilanciare il suo essere Paese deve proteggere il suo territorio e promuovere il turismo.
Siamo sicuri che la Bicicletta possa essere il mezzo ideale per fare tutto ciò, in abbinamento con le Ferrovie e gli altri mezzi di trasporto collettivo.
Lei disse: “ancora troppe persone rischiano la vita nei percorsi casa-lavoro perché usano mezzi sostenibili, ancora troppi utenti deboli, bambini e anziani, rischiano sugli attraversamenti pedonali. Un Paese civile deve porsi l’obiettivo di ridurre la mortalità dell’utenza debole con dei piani prefissati, degli investimenti e un monitoraggio serio su chi attua le politiche e chi non le attua, vogliamo che questo Paese cambi radicalmente strada. Con azioni forti e simboliche possiamo fare molto. Queste giornate rappresentano già di per sé un messaggio chiaro al Paese: nelle città piccole dobbiamo osare di più, ma anche chiedere di più alle città grandi. Una migliore qualità di vita, una migliore capacità di impossessarci del nostro tempo e della nostra comunità arriverà proprio dalla promozione della bicicletta”.
Promuova la Bicicletta e pedali con noi.
Qualora ne avesse piacere la invitiamo a partecipare agli Stati Generali della Mobilità Nuova che si terranno a Bologna dal 10 Aprile prossimo http://
Per questo vogliamo augurarle Buon Lavoro e ricordarle #Salvaiciclisti.