La Campagna

Disegnare, non cancellare.

Uno dei punti della campagna #muovitiroma prevede la realizzazione di corsie ciclabili leggere sui percorsi ad alta frequentazione ciclistica. Roma non ha saputo sviluppare in questi anni la realizzazione di queste soluzioni per la mobilità sulle sue strade, esponendo ogni giorno centinaia di utenti della strada alla più totale insicurezza negli spostamenti oltre che scoraggiando l’uso di strategie alternative e sostenibili per la mobilità specie quella di prossimità.

Era di due giorni fa la notizia che un gruppo di cittadini aveva realizzato una corsia ciclabile su ponte Principe Amedeo di Savoia, nei pressi dell’Ospedale Santo Spirito. Quel tratto, che mette in comunicazione la riva destra con la sinistra della città è fondamentale perché permette l’accesso al centro storico per chi abita a Roma Nord e da qui la possibilità di tagliare la città per raggiungere Roma Sud. E’ un tratto fortemente congestionato dal traffico automobilistico, commerciale e turistico. I cittadini, stanchi di dover percorrere quel tratto “obbligatorio” mettendo in pericolo la loro incolumità, si erano armati di secchio e pennello e avevano disegnato una corsia in sede promiscua evidenziata da apposita segnaletica orizzontale. Un lavoro realizzato in pochi minuti e con un costo realmente irrisorio.

Questa notizia ha prodotto una risposta frettolosa e cieca nella Amministrazione che dopo sole 24 ore ha disposto ed effettuato la cancellazione della ciclabile popolare , come già accaduto in passato per un altra iniziativa analoga partita sempre dalla cittadinanza (Tunnel di S. Bibiana nei pressi della Stazione Termini).

Sarebbe interessante sapere cosa pensano di questa storia i futuri Sindaci di Roma, i candidati ad amministrare anche la mobilità nell’immediato, soprattutto quelli che hanno già aderito alla nostra campagna.

Perché c’è bisogno di disegnare e non di cancellare in questa città.

Zero in Condotti

Stamattina ci siamo svegliati con una brutta notizia, o forse è un incubo da cui non riusciamo ancora a svegliarci.
In una lettera pubblicata su “Il Messaggero” il presidente della Associazione Via Condotti, forse in assoluto la via più famosa e conosciuta di Roma, asserisce che il degrado è direttamente imputabile alla mancanza di automobili private nel centro storico.
“Se levi le auto spunta il degrado e il commercio ne risente” questa è la visione della Associazione.
A parte la confusione tra pedonalizzazione e mobilità ciclabile, frutto di una mancata conoscenza in materia, la cosa che sorprende maggiormente è che una Associazione che dovrebbe tutelare gli interessi e la immagine dei commercianti di un luogo simbolo della Città possa invece permettersi di tutelare “i soliti interessi di pochi” mistificando e manipolando la realtà dei fatti.
Il degrado, inteso come inquinamento, caos, rumore, mancanza di spazi, chiusura delle attività commerciali piuttosto è direttamente imputabile alle scelte scellerate in tema di mobilità che questa città ha fatto negli ultimi 30 anni, scelte che hanno impoverito la qualità della vita e la salute dei cittadini e che hanno reso le strade e le piazze luoghi inospitali non più in grado di attrarre investimenti, turisti e clienti.
Abbiamo creato la nostra Campagna per ridare a Roma la dignità che merita e per non dover mai più leggere parole come queste, umilianti, offensive e -questo sì- degradanti.